Esplosa una supernova in M82: preparate i telescopi!
Il 21 gennaio scorso e’ stata scoperta una supernova nella galassia M82 (SN 2014J o ‘Galassia Sigaro’), una delle più vicine alla Via Lattea, ad una distanza di circa 12 milioni di anni luce dalla Terra.
Il primo ad annunciare la scoperta e’ stato Steve Fossey, professore della University College di Londra che, durante una lezione pratica al telescopio con i suoi studenti, ha individuato la supernova. La notizia e’ stata subito confermata da tantissimi astronomi in tutto il mondo.
Dall’analisi dello spettro di SN 2014J si e’ capito che si tratta di una supernova di tipo Ia, ossia originata dall’esplosione di una nana bianca, una stella di massa medio-piccola giunta al termine della sua vita. Diverse immagini mostrano l’evoluzione della Supernova a partire da poche ore dopo l’esplosione.
“L’esplosione di una Supernova Ia così vicina è un’occasione straordinaria per studiarne in dettaglio il progenitore” ha dichiarato Maria Teresa Botticella dell’Osservatorio di Capodimonte (Napoli).
Gli astronomi stanno analizzando le immagini acquisite prima dell’esplosione con i vari telescopi spaziali in modo da capire cosa l’abbia originata. Questo tipo di esplosione stellare, infatti, è catastrofica: non rimane praticamente nulla della stella progenitrice (nessun resto compatto) in quanto il materiale di cui e’ composta viene scagliato nello spazio alla velocità di 10-20.000 chilometri al secondo.
Pare che la supernova non abbia ancora raggiunto il massimo della luminosità (nella notte del 21 gennaio brillava di una magnitudine pari a +11,7), che sembra aumentare giorno dopo giorno. L’esplosione pare sia avvenuta lontano dal nucleo e questo l’ha resa facilmente osservabile (vedi l’animazione di fianco realizzata da Ernesto Guido, Nick Howes & Martino Nicolini dell’Associazione Friulana di Astronomia e Meteorologia)
“Ora l’obiettivo è lo studio del progenitore della Supernova. L’osservazione spettroscopica ad alta risoluzione della Supernova con il Telescopio nazionale Galileo, ci permetterà di studiare l’interazione tra il mezzo interstellare distribuito attorno alla stella progenitrice e l’intenso campo di radiazione prodotto dall’esplosione e gli ejecta espulsi dalla Supernova” ha affermato Stefano Benetti dell’Inaf di Padova.
Stefano Di Lauro, Direttore del’Osservatorio Astronomico del Gruppo Astrofili di Piacenza, ha fotografato l’esplosione della supernova (immagine in testa all’articolo) nella notte a cavallo tra il 25 e il 26 gennaio, con un telescopio Celestron C14 f8 (diametro 360mm focale 2880 mm), realizzando 10 immagini da 12 minuti di posa ciascuna con ccd qhy8.